Benvenuti a Céret: le plain sud…

E’ curioso come la Francia sia per me una nazione tutto sommato sconosciuta. In Francia ci sono stato ben dieci volte, ma, eccetto quella settimana trascorsa a Parigi oramai trentacinque anni fa, ci sono sempre stato per pochissimo tempo: due, tre giorni, a volte anche meno. Eppure è un paese che mi piace moltissimo e che oltretutto ha anche molte affinità con l’Italia.

Forse quel che più mi è piaciuto della Francia è….”Le plein sud”. E’ così che i francesi chiamano le regioni dell’Aude e del Roussillon, il pieno sud, cioè quello che per loro sarebbe il profondo sud, che in effetti è molto più a sud della Provenza che pure è un’altra regione meridionale. Narbonne, Carcassonne, Elne, Perpignan, Argeles sur mer, Cotlliure, Céret… Dovrei dedicare un post a ciascuno di questi luoghi che hanno catturato la mia immaginazione e che ancora ricordo a distanza di tanto tempo.

Céret

Oggi parlerò di Céret. Ceret è un centro abitato di modestissime dimensioni posto al centro di una valle tra i Pirenei orientali. Documentato già dal IX secolo, ha avuto anche un passato glorioso, essendo stato capitale di comarca catalana prima della sua decadenza dovuta a un’epidemia di peste.
Forse è proprio la sua ascendenza catalana che lo rende così diverso, anche se in realtà non possiede monumenti che si possano definire straordinari: rimane ancora il Pont du Diable, un ponte ad arco singolo costruito tra il 1321 e il 1341; la chiesetta romanica di St.Pierre, il cui carattere romanico è stato parzialmente alterato in epoca barocca; il castello d’Aubiry  in stile Art Nouveau della fine del XIX e il memoriale della guerra scolpito da Aristide Maillol verso il 1920.

Céret ha tuttavia un qualcosa di straordinario ed è il suo Museo di arte Moderna, un museo che nessuno si aspetterebbe mai di trovare in un modesto paesello sperduto tra i Pirenei che non arriva a contare diecimila anime. Ma come si è formato quel museo? Cerchiamo di ricostruirne un po’ la storia: dunque…
Invitato dal pittore e scultore catalano Manolo Hugué, Picasso visitò il borgo medievale di Céret per la prima volta nel 1911 e poco dopo altri giovani pittori di talento si unirono a loro: Henri Matisse, Georges Braque e Juan Gris… Un’autentica comunità di giovani artisti d’avanguardia. Fu così che Céret divenne nota come “la Mecca dei Cubisti”.
Nel 1919, terminata la prima guerra mondiale, sbarcò a Ceret una seconda ondata di artisti provenienti direttamente da Montparnasse; Chaim Soutine, Raoul Dufy e il poeta Jean Cocteau e occasionalmente André Derain. Questa comunità artistica si ingrandì ulteriormente durante la seconda guerra mondiale, con Marc Chagall, Jean Dubuffet, Tristan Tzara e altri artisti in fuga dal nazismo. Picasso continuava ad andare regolarmente a Céret, e lì trovò alcuni altri artisti catalani locali come Aristide Maillol, Etienne Terrus (grande pittore, dovrò dedicargli un post uno di questi giorni) e Salvador Dalì.
In mezzo alle montagne questa piccola città è stata molto ispiratrice per ogni artista.
Picasso e Matisse sono stati i primi a donare alcune delle loro opere alla città nel 1950, poi qualcuno ha avuto una grande idea: riunire in un museo alcuni dipinti, sculture e opere d’arte di tutti quegli artisti che avevano trascorso un po ‘di tempo a dipingere a Céret. È così che un piccolo villaggio di poche migliaia di abitanti ha oggi uno dei più incredibili musei d’arte moderna e contemporanea.
Tra i capolavori che ho avuto il piacere di ammirare insieme al mio amico catalano e storico dell’arte Joan Serra, vorrei soffermarmi su alcune delle 28 tazze donate da Picasso.
Approfittando della forma della coppa, una forma che ricorda quella di una “plaza de toros”, Picasso dipinse quelle 28 tazze con scene del soggetto più spagnolo che esista: la Corrida. Picasso dipinse gli spettatori sul bordo della tazza, raffigurandovi sul fondo alcuni dei momenti di quello spettacolo. È un Picasso un po’ anomalo, un Picasso che sembra interessato a riprodurre in uno stile più moderno la pittura delle grotte dipinte più primitive (come quelle di Lascaux e Altamira). La linea è semplice ed essenziale come quelli, ma Picasso lo carica con un senso di movimento e bellezza, qualcosa di degno di quel grande genio che Picasso era…

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Benvenuti a Céret: le plain sud…ultima modifica: 2020-03-30T21:47:32+02:00da raffaello115
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