UNA “FORCA” TEDESCA MEMORABILE

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La parola “forca” ha a Firenze un significato abbastanza particolare: “fare forca” significa infatti marinare la scuola. Devo dire che solo in pochissime, contate occasioni ho fatto ricorso a questo tipo di strumento. Ma c’è una forca che ricordo con piacere.
Correva l’anno 1981 e mi trovavo in Germania, per un soggiorno studio con la scuola a Stuttgart.. Mi ero documentato e avevo visto che non troppo lontano da Stuttgart c’era una bella città, Heidelberg, che valeva la pena visitare, e così mi attivai con alcuni compagni di classe per fare una bella “forca collettiva”. In fondo il nostro soggiorno era quasi finito e se per una mattina si saltava la scuola non sarebbe stato poi niente di irreparabile. E così, una mattina di fine luglio, si presentò alla scuola meno della metà degli alunni. Ero riuscito a trascinare con me una quindicina di compagni di classe.

Fu davvero una forca memorabile: tutti rimanemmo affascinati da quella cittadina che, adagiata su entrambe le sponde di un fiume, la Neckar, e circondata da alture collinari di modesta entità… aveva un sapore quasi fiorentino. Anzi, c’era anche il Ponte Vecchio: il ponte che unisce le due sponde viene chiamato proprio così in tedesco: Alte Bruecke, che significa proprio Ponte Vecchio.

Bellissimo il vecchio castello su una delle colline, bellissima l’antica Farmacia, ci piacque molto la Chiesa dello Spirito Santo posta nell’immancabile Marktplatz. Andammo anche a visitare il Museo: non male con quella pinacoteca unita alla collezione archeologica che iniziava dalla riproduzione della mandibola dell’ “Homo heidelburgensis”, un diretto progenitore del neandertahlensis, e che esibiva poi punte di lancia e utensili vari, per arrivare a coprire il periodo dei celti e dei romani. Ma devo dire che, al di là del pur interessante museo, del castello e di quella splendida chiesa gotica… Fu proprio la cittadina in se’ stessa a toglierci il fiato per la sua bellezza, una bellezza determinata dall’armonia di quelle strette stradine acciottolate disordinatamente disposte, un’armonia fatta di tante case a graticcio, un’armonia che andava in ogni caso al di là dei singoli monumenti.

Se volete vedere qualche immagine di Heidelberg… Non c’è bisogno che ve la fornisca io: basterà digitare il nome di questa città su Google immagini. Le due immagini che io ho scelto per parlare di questa esperienza sono due quadri di Ferdinand Knab, un interessante seppur attardato pittore romantico tedesco. Il fatto è che ho appena ricordato una giornata di quasi quarant’anni fa, e si sa che gli anni hanno quello strano potere di avvolgere le memorie ed edulcorarle con il loro strano fascino… Per questo motivo, quando ripenso a quella mitica “forca collettiva” con intenti culturali, non posso fare a meno di vederla attraverso le lenti delle tante primavere che sono trascorse, un po’ come un cancello di un vecchio castello in rovina in un quadro di Knab…

 

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UNA “FORCA” TEDESCA MEMORABILEultima modifica: 2020-03-26T22:47:42+01:00da raffaello115
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