PARLARE DI TZINTZUNTZAN…

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PARLARE DI TZINTZUNTZAN significa soprattutto dover parlare di una delle civiltà precolombiane più affascinanti: la civiltà purépecha.
I Purepecha sono stati una civiltà emersa tra il X e il XVI secolo della nostra era e che andò a occupare più o meno quella zona che corrisponde all’attuale stato di Michoacán.
I Purepechas, così come i Chichimechi, i Toltechi, gli Zapotechi, i Tlaxcaltechi, gli Olmechi e molte altre civiltà mesoamericane, si trovarono spesso ad affrontare la cultura azteca: quella cultura che a poco a poco stava conquistando quasi tutto l’attuale Messico. Ma a differenza di queste civiltà, gli Aztechi non sono mai riusciti a sottomettere la Purepecha e questo è dovuto principalmente ad un elemento molto importante: i Purepecha non erano solo agricoltori, artigiani, pescatori e cacciatori, ma erano essenzialmente guerrieri. E alla loro abilità nell’arte della guerra seppero unire anche un’abilità straordinaria nella lavorazione di tutti i tipi di metalli: oro, bronzo, rame, argento…
L ‘ attività di Purepecha sia nella metallurgia che nella produzione di ceramiche è stata spesso spiegata con l’origine peruviana dei Purepecha, un’origine che sembra anche comprovata da alcune somiglianze linguistiche. All’inizio i Purepechas ottenevano i propri metalli senza scavare tunnel, ma semplicemente raschiare i metalli che emergevano in superficie, solo più tardi hanno capito la ricchezza minerale sotterranea della loro terra e, utilizzando corna di animali per raschiare un po’ più in profondità. Solo in seguito iniziarono a estrarre quantità maggiori di metalli che portavano poi ai laboratori locali (situati a Patzcuaro) dove si procedeva alla fusione e, dopo un rito cerimoniale, si lavorava trasformando i metalli in armi e gioielli di straordinaria bellezza, fatti con un’abilità che lasciò a bocca aperta i conquistatori spagnoli, estasiati dall’abilità con la quale i Purepecha temperavano i metalli, dando conferendo al rame una durezza quasi uguale all’acciaio.
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I Purepecha dominavano con maestria la lavorazione di tutti i metalli, sia per la fabbricazione di armi che per confezionare gioielli.
Oltre alla loro abilità nella metallurgia, anche i Purepecha hanno evidenziato una grande originalità anche nel costruire i loro templi-piramidi che per tipologia differiscono da quelli di tutte le altre culture: le YACATAS. Le più antiche erano rettangolari, poi in quelle più recenti hanno vi aggiunsero una struttura semicircolare che andava a unificare l’edificio in un’enorme costruzione utilizzata per celebrare cerimonie religiose.
Sul bordo dell’edificio sono stati trovati personaggi sepolti, insieme ad offerte di oggetti per uso quotidiano e gioielli di sorprendente oggetti metallici di loro produzione.
Anche in questo i purépechas, si sono distinti dalle altre culture per i loro metodi di costruzione anche se purtroppo delle cinque Yacatas rimaste non rimane altro che una piattaforma lunga 425 metri per 250 metri di larghezza, sulla quale si trovano le Yacatas, tutte in pessime condizioni di conservazione.
Un destino peggiore di quello delle Yacatas è toccato ai gioielli, di cui sono rimasti pochi frammenti.
Il personaggio principale della cultura Purépecha fu il Re Tari-curi che alla sua morte divise il regno in tre sezioni: una per suo figlio e due per i suoi nipoti. Fu allora che gli Aztechi, approfittando delle loro divisioni riuscirono ad invadere il regno dei purépecha e ad annetterlo, ma poi Tangaxon, nipote del Tariacuri, riuscì a espellere nuovamente gli Aztechi e a ripristinare l’ indipendenza per il suo popolo. Si trattò però di un’indipendenza effimera, perché fu allora che assistè all’invasione spagnola, un’invasione che all’inizio fu abbastanza morbida, poiché i governanti Purepecha avevano stipulato un patto di sottomissione per non versare il sangue del loro popolo, ma quando il conquistatore spagnolo Nuno de Guzman si rese conto delle ricchezze di questo popolo e iniziò il saccheggio ci fu una grande rivolta popolare. La rivolta fu soffocata nel sangue dagli spagnoli, che invasero Michoacán e si resero protagonisti di brutali eccidi. Ci volle un esercito di 500 guerrieri spagnoli armati di tutto punto più altri 10.000 indigeni per schiacciare la coraggiosa resistenza dei guerrrieri Purepecha.
Ci sarebbe poi da parlare anche di Tzintzuntzan come città coloniale, con i suoi cortili, le sue chiese, i suoi conventi e la sua cappella aperta, ma questo è un altro capitolo…
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PARLARE DI TZINTZUNTZAN…ultima modifica: 2020-11-10T04:37:24+01:00da raffaello115
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