ANTIGUA GUATEMALA: UN SAPORE MISTICO INDIMENTICABILE

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Era il 1993 quando presi un autobus da Città del Messico al Guatemala. Fin dall’inizio mi era già chiaro che l’obiettivo principale sarebbe stata la città di Antigua della quale avevo sentito dire meraviglie.
La bellezza di Antigua risultò essere ancora superiore alle mie aspettative. Iniziai a camminare per le sue strade ed ebbi da subito la percezione di trovarmi quasi in una città fantasma, una specie di Pompei ma molto, molto più recente.
Antigua era l’ex capitale del Guatemala, una bella capitale, piena di monumenti, chiese, conventi, palazzi, università ed edifici costruiti durante il XVII e XVIII secolo, edifici ripetutamente distrutti e da vari terremoti e poi ricostruiti fino alla fine dell’ultimo evento sismico verificatosi nel 1773 che portò all’abbandono della città e alla ricostruzione in altro luogo della nuova capitale, là dove oggi si trova la città conosciuta come Città del Guatemala.
Antigua fu poi parzialmente ricostruita con edifici bassi, in stile coloniale, ma le imponenti rovine sono rimaste lì dove i terremoti le avevano fatte crollare

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Vidi così il complesso gesuita, il convento dei Cappuccini, l’Università di San Carlos, la Chiesa dei Carmelitani, la Chiesa della Candelaria, Santa Isabel, il Convento della Merced, San Francisco, la Cattedrale, Santa Clara, San Jerònimo, Santa Teresa De Gesù … Una vera fioritura di edifici barocchi, tra i più belli di tutto il continente americano, il tutto in quel magnifico stile barocco spagnolo di cui non rimangono che rovine, come se fossimo a Pompei…
Non ricordo se ero nel convento dei Cappuccini o in quello della Merced quando improvvisamente rimasi come rapito da una melodia: mi alzai e mi misi in cerca di questa melodia, ma presto iniziai a confondermi: sentivo la melodia, una melodia andina, proveniente dal chiostro abbandonato e semidistrutto, ma mentre mi avvicinavo al chiostro la melodia pareva allontanarsi e provenire dalla chiesa, poi dirigendomi verso la chiesa, di nuovo la melodia cambiava direzione: sembrava rimbalzare sulle trabeazioni e le colonne cadute per planare altrove. E così vagai, tra colonne e cornicioni caduti, enormi pilastri, rovine, capitelli, in uno stato di quasi ipnosi tra i vari ambienti del convento, fino a quando presi a scendere un’ampia scala a chiocciola che mi condusse in un ambiente chiuso, là dove un gruppo di giovani suonavano una melodia andina: c’erano cinque giovani cileni e due guatemaltechi che stavano provando per un concerto che avrebbero dato in un club di Antigua quella stessa sera.
Sono rimasto in quel convento a parlare con quei ragazzi per due ore, e ricordo ancora uno di loro, si chiamava Pepe. Gli comprai un nastro della sua bella musica.
Durante queste due ore ebbi un’esperienza unica, un’esperienza mistica durante la quale scoprii un frammento di universo cileno in mezzo di un antico convento guatemalteco completamente in rovina. Queste sensazioni sono rimaste talmente vive in me che oggi, più di un quarto di secolo dopo, le ricordo ancora. e le ricordo molto con affetto.

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USAC by Rudy Giron - www.rudygiron.com

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ANTIGUA GUATEMALA: UN SAPORE MISTICO INDIMENTICABILEultima modifica: 2020-01-23T00:08:28+01:00da raffaello115
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